Il giorno seguente al nostro arrivo avevamo preventivato di affittare una macchina per recarci ad Atuona a sbrigare le formalità di ingresso nel paese. Tuttavia, a causa di festività nazionali della Polinesia francese, abbiamo dovuto modificare i nostri piani e quindi ci siamo dedicati, in primis ad un po’ di sano riposo, poi a piccoli lavori di sistemazione della barca e, quindi, alla perlustrazione del luogo. Le prime due cose sono risultate di facile realizzazione, invece la terza si è dimostrata molto più complicata. Infatti, l’unico approdo possibile con il dinghy è parso subito un piccolo molo di roccia, battuto dalle onde frangenti ed oltremodo alto e scivoloso da scalare. Inoltre, per poter lasciare il dinghy senza rischiare che sbattesse contro gli scogli, era necessaria un’ancora posteriore sufficientemente pesante da tenerlo lontano dalla parete rocciosa, che noi non avevamo. Decidemmo perciò di scegliere l’alternativa di un atterraggio sulle sponde di un fiumiciattolo di fronte alla baia.
Finalmente messi i piedi a terra, con nostra enorme soddisfazione, ci siamo inoltrati all’interno del paese che in realtà è rappresentato da qualche casa sparsa ai lati di una strada che porta a sud dell’isola. Ci ha colpito la vegetazione lussureggiante e la cura con cui sono tenuti i giardini intorno alle case. Al passaggio di qualche rara autovettura, era un gran sbracciarsi di saluti e sorrisi. Come primo approccio alle Marchesi ed alla sua popolazione niente affatto male!!!
Il 9 maggio, come concordato con l’impresa di noleggio auto, ci viene recapitata di buon’ora l’autovettura che abbiamo prenotato per tre giorni. Non siamo più solo noi due, ma si è aggregata una simpatica coppia, lui californiano, lei messicana ma vissuta in California sin dalla tenera età, che abbiamo conosciuto la sera prima in un incontro tra il loro dinghy e la nostra barca.
Condividiamo le stesse necessità, ovvero recarci alla gendarmeria per espletare le pratiche di accesso al paese, effettuare un abbondante rifornimento soprattutto di frutta e verdura che sono trasportati dall’Aranui, una bella nave che periodicamente fa scalo ad Hiva Oa con il suo carico di articoli vari per i negozi locali, e di turisti provenienti da Tahiti. Prima di qualsiasi incombenza, ci siamo concessi dei fantastici croissant presso la boulangerie locale, croissant che ci siamo sognati per lo meno per l’ultimo terzo della traversata.
Le procedure d’ingresso al paese sono state per noi semplici e veloci in quanto cittadini europei; invece, molto più complesse per i nostri amici americani che abbiamo lasciato alla gendarmeria mentre noi ci siamo concessi un ottimo caffe presso un simpatico locale. Qui, fatalità del caso, abbiamo incontrato due italiani che, insieme ad altri militari e per conto del Ministero della Difesa italiano, stanno facendo il giro del mondo su un catamarano, Lo Spirito di Stella, offrendo a persone disabili questa incredibile esperienza. Dopo aver recuperato gli amici americani, abbiamo iniziato la nostra visita di Atuona, incominciando dal cimitero che ospita due celebrità che, in epoche diverse, hanno deciso di finire la loro esistenza in questo paradiso terrestre: Gauguin, il celeberrimo pittore francese e Jacques Brel, il poeta e cantautore belga. Nel pomeriggio, ci siamo recati al museo Gauguin e l’attiguo spazio culturale Jacques Brel. Nel primo abbiamo potuto ammirare copie dei quadri dipinti ad Hiva Oa e la ricostruzione della casa del pittore, nel secondo è presente Jojo, l’aereo che il poeta utilizzava per trasportare malati o medicine quando a Hiva Oa non c’erano né ospedale, né farmacie.
Sulla via del ritorno, ci siamo inerpicati nel folto della vegetazione per poter scoprire ed ammirare il Tiki Souriant, una delle numerose sculture in pietra di forma umanoide, dei primi coloni polinesiani.
Primi giorni ad Hiva Oa
Il giorno seguente al nostro arrivo avevamo preventivato di affittare una macchina per recarci ad Atuona a sbrigare le formalità di ingresso nel paese. Tuttavia, a causa di festività nazionali della Polinesia francese, abbiamo dovuto modificare i nostri piani e quindi ci siamo dedicati, in primis ad un po’ di sano riposo, poi a piccoli lavori di sistemazione della barca e, quindi, alla perlustrazione del luogo. Le prime due cose sono risultate di facile realizzazione, invece la terza si è dimostrata molto più complicata. Infatti, l’unico approdo possibile con il dinghy è parso subito un piccolo molo di roccia, battuto dalle onde frangenti ed oltremodo alto e scivoloso da scalare. Inoltre, per poter lasciare il dinghy senza rischiare che sbattesse contro gli scogli, era necessaria un’ancora posteriore sufficientemente pesante da tenerlo lontano dalla parete rocciosa, che noi non avevamo. Decidemmo perciò di scegliere l’alternativa di un atterraggio sulle sponde di un fiumiciattolo di fronte alla baia.
Finalmente messi i piedi a terra, con nostra enorme soddisfazione, ci siamo inoltrati all’interno del paese che in realtà è rappresentato da qualche casa sparsa ai lati di una strada che porta a sud dell’isola. Ci ha colpito la vegetazione lussureggiante e la cura con cui sono tenuti i giardini intorno alle case. Al passaggio di qualche rara autovettura, era un gran sbracciarsi di saluti e sorrisi. Come primo approccio alle Marchesi ed alla sua popolazione niente affatto male!!!
Il 9 maggio, come concordato con l’impresa di noleggio auto, ci viene recapitata di buon’ora l’autovettura che abbiamo prenotato per tre giorni. Non siamo più solo noi due, ma si è aggregata una simpatica coppia, lui californiano, lei messicana ma vissuta in California sin dalla tenera età, che abbiamo conosciuto la sera prima in un incontro tra il loro dinghy e la nostra barca.
Condividiamo le stesse necessità, ovvero recarci alla gendarmeria per espletare le pratiche di accesso al paese, effettuare un abbondante rifornimento soprattutto di frutta e verdura che sono trasportati dall’Aranui, una bella nave che periodicamente fa scalo ad Hiva Oa con il suo carico di articoli vari per i negozi locali, e di turisti provenienti da Tahiti. Prima di qualsiasi incombenza, ci siamo concessi dei fantastici croissant presso la boulangerie locale, croissant che ci siamo sognati per lo meno per l’ultimo terzo della traversata.
Le procedure d’ingresso al paese sono state per noi semplici e veloci in quanto cittadini europei; invece, molto più complesse per i nostri amici americani che abbiamo lasciato alla gendarmeria mentre noi ci siamo concessi un ottimo caffe presso un simpatico locale. Qui, fatalità del caso, abbiamo incontrato due italiani che, insieme ad altri militari e per conto del Ministero della Difesa italiano, stanno facendo il giro del mondo su un catamarano, Lo Spirito di Stella, offrendo a persone disabili questa incredibile esperienza. Dopo aver recuperato gli amici americani, abbiamo iniziato la nostra visita di Atuona, incominciando dal cimitero che ospita due celebrità che, in epoche diverse, hanno deciso di finire la loro esistenza in questo paradiso terrestre: Gauguin, il celeberrimo pittore francese e Jacques Brel, il poeta e cantautore belga. Nel pomeriggio, ci siamo recati al museo Gauguin e l’attiguo spazio culturale Jacques Brel. Nel primo abbiamo potuto ammirare copie dei quadri dipinti ad Hiva Oa e la ricostruzione della casa del pittore, nel secondo è presente Jojo, l’aereo che il poeta utilizzava per trasportare malati o medicine quando a Hiva Oa non c’erano né ospedale, né farmacie.
Sulla via del ritorno, ci siamo inerpicati nel folto della vegetazione per poter scoprire ed ammirare il Tiki Souriant, una delle numerose sculture in pietra di forma umanoide, dei primi coloni polinesiani.