Fakarava

Alle 10:00 del 6 luglio abbiamo salpato l’ancora alla volta di Fakarava, uno degli atolli più grandi e frequentati dell’arcipelago delle Tuamotu. Siamo arrivati alla passe nord di Fakarava verso le 16:00, riuscendo a perseguire l’obiettivo di uscire ed entrare dalle passe nel momento più favorevole. Ci siamo quindi diretti a Rotoava, il paese principale, dove esiste un bel porticciolo riparato che rende facile l’ormeggio del dinghy e l’accesso al villaggio.

La chiesa di Rotoava

Abbiamo dedicato parte dei giorni successivi a visitare il paese, rimpinguare le nostre scorte di cibo (grazie all’arrivo della nave di rifornimenti da Tahiti) e a scoprire numerose spiaggette e un bel resort con accanto la “showroom” di un’azienda di allevamento di perle. Qui abbiamo assistito alla spiegazione di come si formano le perle all’interno delle ostriche coltivate; il processo consiste nell’inserire una sfera di materiale naturale all’interno dei tessuti molli del mollusco che reagisce per difendersi secernendo una sostanza organica chiamata nacre; questa si accumula sul corpo estraneo in milioni di strati, dando origine alla perla – il processo dura circa 2 anni.

Havaiki Lodge
La “showroom” dove abbiamo assistito alla spiegazione di come si allevano le ostriche perlifere
Ostrica perlifera

Alla sera ci siamo concessi una cena al migliore ristorante di Fakarava (essendo l’unico aperto…) dove abbiamo gustato dell’ottimo pesce crudo marinato nel latte di cocco accompagnato da un bel calice di vino.

Il giorno seguente abbiamo effettuato un’immersione di “refresh”, con lo scopo di riprendere dimestichezza con l’attrezzatura subacquea e le pratiche di base, accompagnati da un istruttore di uno dei tanti “diving center” presenti sull’isola.

Il 10 luglio è arrivata la nostra amica Marie-Helene da Parigi via Tahiti per trascorrere con noi una decina di giorni. Per visitare i dintorni del paese abbiamo affittato delle biciclette e abbiamo fatto un tratto della strada che corre lungo l’atollo per circa 30 km.

La strada alla periferia del villaggio di Rotoava – adornata con i galleggianti utilizzati negli allevamenti di perle

Abbiamo incrociato più volte un simpatico gruppo di amici martinicani conosciuti alle Marchesi con i quali ci siamo ritrovati sul loro catamarano per un’apericena. Il giorno seguente, secondo il nostro programma, ci siamo accinti a partire in direzione Hirifa, al sud dell’isola. Purtroppo ci siamo accorti che la catena si era incastrata su più teste di corallo ad una profondità di 13 metri, nonostante i 4 galleggianti che avrebbero dovuto prevenire questo inconveniente! È stato grazie all’aiuto di Frederick, uno degli amici martinicani, che si è più volte immerso in apnea per guidarci nelle operazioni di disincaglio, che ci ha permesso, è il caso di dirlo, di salpare l’ancora!  

Dopo qualche ora di navigazione siamo arrivati al Motu Hirifa. La parola “Motu”, significa “isola”, ed è usata per definire un rilievo sabbioso sul margine delle barriere coralline; l’anello che costituisce il margine di un atollo è infatti formato da una serie di “motu”, solitamente senza soluzione di continuità (tranne che per le passe).

Ad Hirifa vi è un piccolissimo villaggio costituito da poche capanne di fronte al quale abbiamo ancorato. Ci siamo concessi un paio di giorni di totale relax, riparati dal vento che soffiava da sud-est, tra passeggiate lungo la spiaggia e snorkeling nei fondali costellati da formazioni coralline; qui abbiamo avuto il primo incontro ravvicinato con lo squalo pinna nera, una specie innocua, molto comune in questo arcipelago tant’è che è facile imbattersi nei piccoli che sono onnipresenti nei bassi fondali.

Lo squalo “pinna nera”

Nei giorni successivi abbiamo raggiunto la passe sud di Fakarava, che è universalmente nota per la ricchezza della sua fauna marina, e di conseguenza rappresenta una delle mete più ambite per gli appassionati di immersioni subacquee. Accompagnati da un istruttore, ci siamo immersi a 25 metri dopo che la barca del dive center ci ha lasciato all’ingresso della passe, dandoci così modo di sfruttare la corrente per attraversare la passe in immersione: abbiamo così potuto osservare centinaia di squali, di varie specie, che, imperturbabili, ci passavano accanto. I video che seguono mostrano lo spettacolo a cui abbiamo assistito.

La passe di Fakarava è davvero spettacolare, in quanto oltre ai fondali appena descritti, presenta tappeti di corallo estesissimi, di varie forme e colori, in cui è possibile osservare miriadi di pesci delle specie più diverse. Di seguito alcune immagini riprese con il drone e alcune foto scattate nel villaggio di Tetamanu, sviluppatosi sul lato destro della passe.

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La passe sud di Fakarava vista dall’alto
Una delle lagune a sinistra della passe
L’ancoraggio di fronte al villaggio di Tetamanu
Tappeto di corallo che si estende fino sotto alle case
La strada “principale” del villaggio di Tetamanu

Bambini che giocano al villaggio di Tetamanu

Il 18 luglio siamo tornati a Rotoava, il villaggio principale, in quanto Marie-Helene il giorno successivo sarebbe partita in aereo per Moorea. La mattina del 19 l’abbiamo quindi accompagnata a terra e con un po’ di malinconia abbiamo continuato il nostro viaggio verso l’atollo di Toau.

Kauehi
Toau

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