Toau

Approfittando di una finestra di vento favorevole, il 19 luglio siamo partiti alla volta di Toau, un piccolo atollo che ci era stato descritto come tra i più “selvaggi” e incontaminati dell’arcipelago delle Tuamotu; infatti, è abitato solo da 3-4 persone in totale. Il nostro primo ormeggio è stato nella zona est all’interno dell’atollo, dove sono disponibili 5 gavitelli installati dall’autorità marittima della Polinesia Francese.

Verricelli per issare a secco le barche
La lunghissima spiaggia di Toau est

Dopo qualche giorno siamo usciti dalla passe per raggiungere l’Anse Amyot, una bellissima baia esterna alla barriera corallina nella zona nord di Toau, ben protetta dai venti prevalenti da est. Anche qui abbiamo avuto la possibilità di utilizzare uno dei 10 gavitelli installati dal governo allo scopo di preservare le estese formazioni coralline.

Zoe all’Anse Amyot
L’Anse Amyot dall’alto

I fondali infatti sono particolarmente ricchi di fauna marina che abbiamo avuto la possibilità di ammirare in numerose uscite di snorkeling – d’altronde bastava tuffarsi dalla barca per osservare decine di migliaia di pesci nuotare sotto lo scafo!

Decine di migliaia di pesci sotto Zoe
Remore sotto la chiglia ed attaccate ad essa
Il pesce Napoleone

Tra i nostri vicini di barca, abbiamo particolarmente familiarizzato con una simpatica coppia di danesi che viaggiano con un bimbo di 4 anni, partiti dall’Europa due anni fa. Con loro abbiamo condiviso un buon pranzo cucinato da Valentina e Gaston, una coppia di locali che su ordinazione preparano un lauto pasto a base di pesce ed aragosta per i velisti di passaggio.

Anders, Frej e Katrine che viaggiano su “Mona”, un Beneteau Oceanis 473

Una sera abbiamo partecipato a un “bonfire” (falò sulla spiaggia) dove ci siamo ritrovati con gli equipaggi delle 4-5 barche ormeggiate nella baia e con i quali abbiamo scambiato le nostre esperienze e programmi futuri.

Fakarava
Rangiroa

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