Rangiroa

Il 28 Luglio siamo partiti da Toau alla volta di Rangiroa, uno degli atolli più grandi del mondo, e certamente il più grande dell’arcipelago delle Tuamotu.

Siamo entrati alle 6 del mattino del 29 attraverso la passe di Tiputa che, tenendo fede alla sua reputazione, ci ha regalato un po’ di emozioni per le onde frangenti e la forte corrente in ingresso. Abbiamo ancorato di fronte al paese di Tiputa e abbiamo dedicato parte della giornata a visitare vari centri per prenotare un’immersione subacquea all’esterno della passe dove a volte si possono incontrare gruppi di delfini e nuotare con loro.

La tranquilla baia su cui si affaccia il villaggio di Tiputa
L’ancoraggio di fronte al villaggio di Tiputa visto dal resort Kia Ora

Effettuata la scelta, preso un appuntamento per la settimana successiva, fatto un po’ di rifornimento di provviste, il giorno dopo siamo andati ad ancorare di fronte al Motu Faama, a sud di Rangiroa, dove alcuni amici ci avevano indicato essere presenti formazioni di corallo fossile. In effetti, ci siamo trovati a passeggiare in mezzo a questo “corallo nero”, che è presente in varie parti della costa sud di Rangiroa. Il Motu Faama è frequentato da barche charter per la sua bellezza e la presenza occasionale di una famiglia locale che su ordinazione cucina i piatti tipici delle Tuamotu.

Il “corallo fossile”
Motu Faama
Zoe all’ancora di fronte al Motu Faama

Poiché nei giorni successivi era previsto forte vento da est, ci siamo spostati all’estremità est dell’isola, di fronte al Motu Vahituri, per evitare l’onda provocata dal “fetch”, ovvero la superficie di mare non protetta su cui spira il vento liberamente; infatti, negli atolli, la protezione dal vento è minima, ma il reef offre un’ottima protezione dalle onde, a meno che ci sia sufficiente “fetch” perché esse si formino.

Questa parte dell’isola ha fondali molto bassi dovuti alla presenza di estesi banchi di sabbia, per cui è necessario navigare zigzagando tra i banchi di sabbia e le teste di corallo affioranti, ma arrivati all’ancoraggio si viene ripagati da un bellissimo panorama.

Quando il vento ha cominciato a diminuire, ci siamo di nuovo spostati sulla costa nord; abbiamo ancorato di fronte al Motu Toaroa, dove abbiamo conosciuto Gabriel, un raccoglitore di copra che ha scelto di vivere con il suo cane lontano dal paese in quasi totale isolamento.

Motu Toaroa

Il 6 luglio siamo tornati all’ancoraggio di fronte al paese accompagnati da una coppia di delfini che ci hanno stupito per le loro grandi dimensioni, fatto che ci è parso di buon auspicio per l’immersione di due giorni dopo, cosa che, con nostra grande delusione, non si è verificata.

Ci siamo consolati con un bello snorkeling nell’area vicino all’ancoraggio, denominata “aquarium” per la quantità e varietà di pesci presenti. Per visitare la parte ovest dell’atollo, dove si trova il paese di Avatoru, abbiamo affittato delle bici e abbiamo finalmente fatto un po’ di moto a terra!

L'”acquarium” nella baia di Tiputa

Approfittando di due giornate di calma quasi totale, il pomeriggio dell’8 luglio ci siamo diretti alla volta della “laguna blu”, un atollo all’interno dell’atollo, che è una delle maggiori attrazioni turistiche di Rangiroa. Assolutamente all’altezza della sua fama, le passeggiate sulla spiaggia della laguna ci hanno regalato delle bellissime emozioni, anche grazie al drone che ci ha fornito delle incredibili immagini dall’alto. La tappa alla “laguna blu” è stata certamente il momento più entusiasmante del nostro soggiorno a Rangiroa.

La “laguna blu”

Il giorno successivo siamo partiti alla volta di Tikehau, l’ultimo atollo nel nostro programma alle Tuamotu.

Toau

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