Ultimi giorni a Hiva Oa

Dopo aver riconsegnato l’auto a noleggio, abbiamo deciso di completare l’esplorazione dell’isola a piedi. Da Hanaiapa abbiamo intrapreso la passeggiata per la baia adiacente di Hanatekuua che, per le informazioni ricevute, distava a un ora e mezza di cammino. Il sentiero segue un percorso lungo la cresta della collina che si affaccia sulla costa.

Accompagnati dal belare della capre selvatiche e dai chicchirichì dei galli (selvatici pure loro??), abbiamo impiegato quasi due ore e mezza per raggiungere la meta, assetati e affamati poiché le nostre riserve non erano state programmate per una camminata così lunga sotto il sole. A compensare la fatica lo spettacolo della baia che ci è apparsa nella sua scintillante bellezza. Abbiamo avuto modo di farci “invitare a pranzo” da due pescatori che ci hanno offerto un po’ del loro pesce cucinato e del riso, il tutto accompagnato da un nugolo di mosche!

Dopo un bagno rigenerante ci siamo seduti all’ombra di una pianta dove, dopo poco, ci siamo accorti di essere sotto attacco da parte dei no-noes. Questi sono moscerini invisibili i cui morsi (non punture) producono un forte prurito che si manifesta dopo qualche ora e che dura tipicamente 7-10 giorni. Siamo perciò fuggiti sperando di esserci salvati in tempo, illusione destinata a svanire ben presto.

Il giorno seguente abbiamo deciso di spostarci con la barca nell’ultima baia a nord-ovest, Hanamenu, dove, arrivati a terra, siamo stati accolti da Te Pua e suo marito, il quale per mestiere intaglia il legno per creare oggetti di artigianato. L’acqua che utilizzano proviene da una sorgente naturale che forma anche una piccola cascata e una piscina dove è  possibile rinfrescarsi e dove abbiamo scorto dei gamberi di acqua dolce.

La corrente elettrica è prodotta da un generatore portatile. Insomma, un piccolo paradiso dove vive questa coppia, che alla nostra partenza ci ha regalato un casco di banane, due noci di cocco, diversi limoni e svariati pampelmousse; questi sono pompelmi “giganti” dalla buccia verde-gialla e dal sapore meno aspro rispetto ai pompelmi a cui siamo abituati.

Hiva Oa dall'interno
Fatu Hiva, la più bella delle Marchesi

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